giovedì 24 aprile 2014

[Focus On] Neon Genesis Evangelion: forma dell'animo, forma dell'uomo


Forma dell'animo, forma dell'uomo.Ovvero il titolo dell'episodio 20 di Neon Genesis Evangelion e il mio personale modo di intitolare questa digressione su quella che è probabilmente la mia serie anime preferita.
Mi sono imbattuto in Evangelion per caso, più o meno tre anni fa, nel modo più stupido possibile: trovando la opening su youtube. Si può dire che è stata l'orecchiabilità di Cruel Angel Thesis (unita a pareri molto positivi trovati in rete ma che non avevo fino a quel momento mai approfondito) a spingermi a cercare il primo episodio. Mai lo avessi fatto. L'effetto droga pesante mi ha portato a finire "La bestia che gridò amore nel cuore del mondo" (ep 26) nel pomeriggio del giorno successivo. Una serie completa in poco più di un giorno, record di cui ancora mi vergogno.Perché arrivare a tanto?
  • Perché personalmente amo le storie complicate e misteriose dove niente, neanche il più misero dei particolari, viene lasciato al caso. Ogni scena costituisce un tassello che costituisce un gigantesco e meraviglioso mosaico. O meglio, citando la metafora musicale cara l'autore, ogni momento è una nota di una complessa partitura musicale  (e io che mi aspettavo un anime sui robottoni normali).
  • Perché la profondità psicologica  e lo spessore dei personaggi è invidiabile. Sono vivi, complessati, vere e proprie anime in pena tormentate dai demoni del proprio passato e del proprio presente. Al di là delle preferenze personali, non è assolutamente una cosa anormale identificarsi, anche solo parzialmente, nei protagonisti.
  • La colonna sonora. Sublime.

L'aver visto la serie così velocemente mettendo tantissima carne al fuoco non mi ha fatto apprezzare, almeno durante la prima visione, il finale della serie (gli episodi 25 e 26, interamente ambientati nella testa del protagonista). Per capirci, non ero assolutamente pronto a questo:


O a questo:


O ancora peggio a questo:

Diciamoci la verità, Shinji mi stava sul groppone già prima e questo tour nel suo subconscio per una quarantina di minuti di fila, con relativa interruzione della narrazione, non mi è andato molto giù. Gendo e Asuka best characters ever alla faccia sua.
Devo ammettere di averci capito veramente molto poco (come credo un po' chiunque) ma, allo stesso tempo, sono rimasto veramente attratto da quell'alone di mistero/misticismo/significatoultimochesiintuisceebasta. Solo in seguito, dopo un paio di rewatch (anche tre dai), ho imparato ad apprezzare a pieno e ad amare questo finale e le motivazioni che hanno portato l'autore alla sua realizzazione: Evitare di chiudersi in se stessi, aprirsi agli altri accettandone anche i difetti, non aver paura di affrontare anche le esperienze più dolorose. Sono questi i risultati dell'evoluzione del protagonista, vero e proprio modello di otaku giapponese. È questo il motivo che spinge i tutti a congratularsi con lui alla fine del trip sotto acidi.

Tutto il resto è tutto secondario.
Completa il quadro il film End of Evangelion, lungometraggio riguardante il finale che, cambiando il punto di vista, ci fa vedere il merdone di dimensioni bibliche che sta succedendo fuori dalla testa di Shinji. EoE nasce principalmente con lo scopo di soddisfare i fan della serie rimasti delusi dagli ultimi due episodi. Evidentemente non sapevano proprio contro chi si stavano mettendo e Hideaki Anno, da buon capo troll, li ha purgati ancora.

Cosa possiamo infatti ricordare di End of Evangelion?
  • Quella scena lì all'inizio 
  • Simbolismo everywere (e certi momenti sono anche inquietantissimi)
  • Molti ci lasciano le penne
  • Komm, susser Tod e tutto quel che segue
  • Ovviamente la scena finale. Che presa così potrebbe sembrare uno dei più grandi mindfuck della storia dell'uomo ma è totalmente coerente con quello che è Evangelion e con il messaggio che vuole portare


Concludendo, Neon Genesis Evangelion è una serie che si ama o si odia. Non c'è posto per le mezze misure, dipende tutto dai gusti e dalla predisposizione dello spettatore. L'unica certezza rimane comunque il fatto che questo anime continui a far parlare di sé anche dopo quasi vent'anni dalla prima messa in onda; si tratta di una vera e propria pietra miliare dell'animazione giapponese.




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